Il Fiore che non muore

É sbociatto cosí fra altri selvaggi
Ha steso suo caule tra il verde dei rustici
É venuto cosí alla surperficie in questo infinito di foglie
E si há dato in fiore ai miei occhi

Di tanti petali rossisi há formato um mazzo,
soave, vellutato, quase realizzando,
( daí desideri che mi ha espresso com sua beliezza),
la copula animale-vegetale.

Egli fiore, io una donna.
E solo gli mancano i movimenti.
Mutano le stagioni,
egli si fatica, ma non pare.
Colorisce la natura
rompendo la uniformitá del verde,
la monotonia.

Rinasce in se stesso, si rivifica.
Fissa a me della distanza che separa le specie.
Innamorati, in uno incanto mutuo
rompe la barriera fisica
e me feconda con il polline della poesia.

Valionel Tomaz Pigatti